Olè!!: dibattiti sulla situazione catalana...

Punti di vista divergenti sulla situazione catalana e sul "diritto" alla secessione....
Pubblico questo articolo, in seguito ad un dibattito dottrinale avuto con il suo autore, con il quale dissento sulla secessione che, ai miei occhi, è tutt'altro che un diritto, ma un infrangere regole prestabilite in favore di un'anarchia estremamente periocolosa...



"La Vida es una comedia en la que la gente se empeña en hacer un drama
La Vita è una commedia in cui la gente si impegna a  volerne fare un dramma

Adoro l’Andalusia, mi piace Valencia, mi è indifferente la Catalogna, per cui non ho guardato con molta attenzione ai moti recenti sull’indipendenza catalana. Mi preoccupa ben più il fatto che noi Europei perdiamo tempo con menate tipo la Catalexit o la Brexit quando abbiamo il problema del terrorismo islamico che incombe INTORNO a noi e un pazzo ciccione che gioca con Bombe Termonucleari  che potrebbero arrivare anche a noi, come un bambino con le palline di vetro.  Forse è vero quel che penso, anzi che SO: il mondo Occidentale è in netto declino per propria auto eliminazione e un oscuro Medio Evo ben peggiore dell’altro è alle porte.
Oggi però un articolo sul Messaggero di Roma mi ha allertato.
Le banche catalane scappano. Per ora sono due, il Banco de Sabadell (5^ banca Spagnola, 140 anni di storia) che si è già spostata come Sede ad Alicante e la Caixa (2^ banca Spagnola) che sta valutando per proteggere i propri azionisti di spostarsi “motu proprio” alle Baleari.  Ma ne basterebbe una sola la Caixa per castrare finanziariamente questa secessione. E portarla ad una guerra civile. La seconda in meno di 100 anni.
Il condizionale che ho usato è meramente auspicativo. Quando i topi scappano dalla nave, la nave sta per affondare. In generale le Banche sono degli usurai spietati che si sono dati una riverniciata di società e para-rispettabilità. Come tutti quelli che a Roma si chiamano “cravattari” [perché esigono violentemente il loro denaro prendendoti per la cravatta] non amano il rischio. La secessione porterebbe (v. quanto scritto sopra per spiegare perché uso il condizionale al poso del futuro) ad un tracollo di ogni organizzazione che gestisce l’operato delle Banche, dal ruolo della Banca Centrale di sorveglianza intervento e supporto a quello degli organismi di controllo sulla Borsa sul riciclaggio.
Inoltre con la globalizzazione, le Banche hanno risvolti investitivi che sono suscettibili di rovinarsi per un’inezia. Una Secessione in un Paese Europeo finora moderatamente stabile porterebbe ad uno sconvolgimento. I mercati mondiali vanno in affanno anche solo per un rialzo del tasso di disoccupazione in Burundi figurati cosa succederebbe alle partecipazioni della Caixa e del Banco de Sabadell nel mercato del caffè o dell’ananas…. Quindi via e di corsa! Siamo al “si salvi chi può”, tutti alle scialuppe!!!
Si tratta ora di vedere se il disimpegno bancario in Catalogna sarà un freno o un acceleratore alla Secessione.
Ieri ho discusso con la proprietaria del Blog sulla validità legale della Secessione Catalana. Appigliandosi al fatto che il referendum che ha portato a questa decisione era illegale, essa afferma l’illegalità dell’atto secessivo. Il diritto internazionale ha sancito in più di un’occasione, Mrs. Federica dixit, l’illegalità di decisioni prive dell’approvazione statale per cui il Diritto Internazionale rinnegherebbe la volontà di un popolo o di fazioni di esso a estraniarsi dal corpo principale per dare vita ad un’aggregazione ex-novo senza la santificazione statale alla verifica referendaria. È una legge accettata dalla comunità internazionale ergo va rispetta ed applicata.
Giusto. Ma chi fa le leggi? Un’astrazione extra-umana chiamata Diritto Internazionale / Diritto Sovranazionale o gli esseri umani? Se una legge è ingiusta, o diventa ingiusta, non è legge diceva Sant’Agostino.
La Storia dell’uomo civile data dall’Antico Egitto 2.500 anni prima dell’Era Volgare. Questa civiltà ha visto leggi scritte sulle pietre andar via inutili perché chi le aveva promulgate non ne avvertiva più l’esigenza.
Esigenza che veniva propugnata quasi sempre con la forza, raramente con la ragione. Quando questa forza diventava continuativa la si poteva chiamare Rivoluzione.
Ci scordiamo però che il più mastodontico rivolgimento su consuetudini e regole asseverate dall’accordo fra le nazioni è scattato con l’approvazione di un pezzo di carta. Documento cartaceo preparato dalla rivoluzione culturale   dell’Illuminismo dell’Enciclopedia e della summa di menti eccelse che erano nate sotto le stesse leggi che contribuirono a dissolvere:
The Unanimous Declaration of the Thirteen United States of America.
La Dichiarazione Unanime dei 13 Stati Uniti d’America
Quali sono le novità? Il documento è un colosso etico inneggiante ai diritti inalienabili dell'uomo, uguaglianza, vita, libertà e ricerca della felicità, secondo il canone che sarà poi ripreso dalla Rivoluzione francese. È un documento che viene redatto in un’epoca di Re e Sovrani che governano per diritto divino senza che il Popolo possa intervenire nella gestione della cosa pubblica perché non ha diritti di sorta dinanzi alla maestà del suo sovrano tale “per grazia di Dio”.  Una situazione che tutti accettavano perché era stata approvata….
È un documento fra l’altro  che chiama alle armi  i sudditi britannici, cioè i cittadini dell’unico Stato Europeo, il Regno Inglese,  che era governato da un Parlamento perfettamente funzionante (la Camera dei Comuni e  la Camera dei Lords) con un Primo Ministro Capo dell’Esecutivo.
Parlamento non pienamente rappresentativo perché non si consentiva alla maggioranza del Popolo di votare, Nazione che concentrava il potere in pochi, con l’Aristocrazia e la Grande Borghesia a farla da padroni.
Regno che si reggeva sulla tradizione, che aveva sì emanato la prima costituzione al mondo (la Magna Charta Libertatis 14 Luglio 1215), ma che di libertà ai propri sudditi poche ne concedeva. I Coloni Americani si erano rivoltati al  meno autoritario Regno Europeo.
Ora quel pezzo di pergamena da solo ha permesso di gettare le fondamenta a quello che “I diritti dell’uomo” e la Rivoluzione Francese hanno costruito anche se con sangue e sofferenze.
Cara la mia Blogger ti faccio una domanda: quando quel gruppo di uomini ha pubblicato quel documento ha chiesto prima il permesso al Re d’Inghilterra o al suo Primo ministro o ai Comuni?
A naso e per quel che so di storia mi pare di no……eppure attuarono una secessione vera e propria.
Per tornare ad un’attualità che non mi appassiona perché la Catalogna ripeto mi lascia indifferente come passione e curiosità storica voglio fare alcune osservazioni.
Il Re: lo stampellone che ha parlato alla Catalogna è uno stampellone che non ha né il carattere, né il nerbo, né la simpatia del padre. La Spagna viene da una guerra civile tremenda, da una dittatura dura e spietata, è ritornata meno di mezzo secolo ad essere una monarchia costituzionale e  ha subìto almeno due tentativi di Coup d’état dalla morte del Caudillo a oggi. Uno con il Re dietro le quinte.
È la stessa monarchia che, come struttura, tradizioni, modi di fare e difetti [tipici di tutti i Borboni],  ha fatto morire soffocato un Re per non spostare, per ragioni di etichetta, un braciere.
Tanto il padre dello stampellone era amato dal popolo proprio per quei difetti e quelle esuberanze che lo hanno costretto ad abdicare quanto questo è un tubo, senza inizio e senza fondo.
Gli abitanti della penisola Iberica sono sanguigni, mediterranei e feroci molto più di noi Italiani. Orgogliosi e testardi non accetteranno imposizioni da un governo centrale che le “Corts Catalane” tradizionalmente hanno visto sempre come interlocutore (spesso ostile) mai come collaboratore. Il referendum ha detto indipendenza e secessione. Non era autorizzato da Madrid ecchissenefrega!
Se da un lato o dall’altro si insisterà si andrà allo scontro fisico trascurando che imponendo un’unione che un’intera popolazione NON vuole si sono gettati a mare  raggiungimenti di civilizzazione come: Libera determinazione, democrazia, inalienabilità dei diritti.
When, in the course of human events, it becomes necessary for one people to dissolve the political bands which have connected them with another and to assume among the powers of the earth the separate and equal station to which the laws of nature and of nature's God entitle them, a decent respect to the opinions of mankind requires that they should declare the causes which impel them to the separation.
Quando, nel corso delle vicende umane, diventa necessario per un Popolo sciogliere i legami politici che lo hanno vincolato ad un altro ed assumere il rango eguale e separato al quale le leggi di Natura e la natura di Dio gli danno diritto tra le potenze della Terra, il rispetto del giudizio del genere umano richiede che esso dichiari le ragioni che lo spingono alla separazione
Queste parole sono state scritte nel 1776. Strano come siano attuali oggi vero?"

Chiari 6 ottobre 2017
AC

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