La folgorante ascesa economica del Vietnam, di cui quasi non si parla

Molto poco conosciuto dalla stampa nazionale ed internazionale, silenzioso e quasi sconosciuto, il Vietnam ha tentato di ricostruirsi dopo la guerra e di aprire la sua economia per offrirsi una crescita economica incredibile anche se molto poco risaputa. Così, dal 2000 circa, il Vietnam conosce una forte crescita, trainata dal commercio internazionale e dagli investimenti stranieri.

Il Paese ha conosciuto un tasso di crescita del 6,7% nel 2016. Le esportazioni che contribuiscono in maniera concreta al PIL del Vietnam, sono rimaste dinamiche durante tutto l'anno. Certi settori, come per esempio la produzione industriale, tessile, elettronica e l'industria petrolchimica, sono in fortissimo sviluppo.

Le prospettive di crescita per il 2017 sono elevate con circa il 6,5% di crescita.

Il Governo ha lanciato molte riforme nei settori nevralgici ed ha iniziato la privatizzazione parziale di aziende pubbliche. Inoltre, per far fronte alla crisi finanziaria mondiale, il Vietnam ha migliorato il clima degli affari incoraggiando la produzione, stimolando il consumo et gli investimenti, migliorando la situazione sociale e introducendo politiche monetarie e fiscali effettive.

Grazie agli investimenti stranieri, il Vietnam produce ormai beni tecnologici a forte valore aggiunto. Il commercio esterno ha continuato a beneficiare, nel 2016, della delocalizzazione di fabbriche cinesi. Questo settore commerciale resta pertanto dinamico malgrado il rallentamento della domanda mondiale, soprattutto cinese.

L'inflazione, che è arrivata, nel 2016, al 4,7%, rappresenta un tasso relativamente basso per il Paese. Questa padronanza inflazionistica a permesso di sostenere il consumo delle famiglie vietnamite, tendenza che è stata rinforzata anche dal miglioramento dell'accesso al credito.

Tuttavia, il sistema ancora fragile e frena gli investimenti delle aziende. Nel 2016, il settore turistico è stato molto dinamico, mentre la produzione industriale ha conosciuto un aumento del 7,5%, una progressione meno importante rispetto all'annata precedente.

Nel complesso, le diverse riforme hanno permesso di migliorare il livello di vita degli abitanti. Il tasso di povertà è diminuito molto secondo i dati disponibili alla Banca Mondiale.
Tuttavia, il tasso di disoccupazione urbano  è aumentato ed il lavoro non dichiarato rimane elevato.

Per assicurare una crescita sostenuta, il governo ha lanciato, nel 2011, diversi cantieri, tra i quali, lo sviluppo delle infrastrutture, la formazioni dei giovani e la modernizzazione delle istituzioni. Per arrivare ad adempiere tali obiettivi, sempre attuali nel 2017, il Paese prosegue le riforme delle aziende pubbliche mentre lo scarto tra le grandi aziende che beneficiano degli investimenti stranieri e le poco convenienti aziende statali aumenta.

Nel 2017, le finanze pubbliche sono ancora fragili. Il deficit pubblico resta ancora elevato, ma dovrebbe ridursi con il proseguimento del programma di privatizzazione. Malgrado un debito pubblico elevato, i conti pubblici stanno migliorando con il rinforzarsi delle esportazioni. Tuttavia, le riserva di cambio restano insufficienti e coprono solo due mesi di esportazioni. Inoltre, l'attività cinese nel Mare di Cina meridionale preoccupa Hanoi che ha finito col stringere legami con le Filippine ed il Giappone.

L'avvenire economico del Paese è comunque molto positivo. Infatti, la mano d'opera è di qualità e poco costosa, il Paese è dotato di risorse agricole e naturali e la sua strategia di sviluppo è fondata sull'apertura e sulla diversificazione economica. Il tasso di disoccupazione è inoltre particolarmente basso.

L'industria, che rappresenta più di un terzo del PIL ed impiega circa un quarto della popolazione, è un motore di crescita per il Vietnam, anche se la sua importanza diminuisce progressivamente. Il settore rimane dominato dai grandi gruppi pubblici. Le principali industrie vietnamite sono tessili, agro-alimentari, ma anche nel settore dei mobili, della plasturgia e della carta.

Il settore energetico è in piena crescita da diversi anni (carbone, idrocarburi, elettricità, cemento, siderurgia...). Anche se il Vietnam è un nuovo arrivato nell'industria petrolifera, è già la terza potenza produttrice nel settore del Sud-est asiatico e concentra molte attenzioni su altri settori quali quello automobilistico, elettronico ed informatico.

I servizi sono trainati dal turismo e dalle telecomunicazioni. Questi settori lucrativi per l'economie locale hanno contribuito in maniera massiccia alla salute economica del Paese negli ultimi due anni e la situazione dovrebbe perdurare anche nel futuro prossimo.

Da quanto appena analizzato, risulta evidente che il Vietnam è anche uno dei paesi del sud--est asiatico tra i più aperti al commercio internazionale, ed il suo ruolo nell'ultimo summit alla presenza del Presidente americano Trump ne è un'ulteriore riprova. Il Vietnam ha infatti fatto prova di un vero e proprio impegno per liberalizzare  gli scambi internazionali nel corso degli ultimi anni, entrando nell'OMC nel 2007, e firmando gli Accordi per il Libero Scambio (FTA) con gli Stati de l'ASEAN e gli Stati-Uniti e potendo usufruire della cooperazione europea.

E poi, come dimenticare che il Vietnam è uno dei primi esportatori mondiali di riso. Il resto delle esportazioni si concentrano sui prodotti tessili e tecnologici, piuttosto che petroliferi, mentre il Paese importa apparecchiature, petrolio raffinato ed acciaio.

Dal punto di vista politico, il potere esecutivo è assicurato da un Presidente che è anche capo di Stato e comandante simbolico delle forze armate, presidente del Consiglio della difesa e della sicurezza nazionale. Il Primo Ministro vietnamita è il capo del Governo, a capo del consiglio dei ministri , composto da 26 ministri, 3 sotto vice-ministri e commissioni. Il Presidente è eletto dal Parlamento, tra i suoi membri, per un mandato di 5 anni. Il Primo Ministro è nominato dal Presidente tra i membri del Parlamento, come capo del Governo.

Al livello legislativo, l'Assemblea Nazionale è mono camerale. Il Parlamento conta 498 membri eletti al suffragio universale per 5 anni. Tutti i membri del consiglio dei ministri provengono dall'Assemblea nazionale. Secondo la Costituzione vietnamita, l'Assemblea è la più alta istituzione rappresentante del popolo e la sola organizzazione a detenere il potere legislativo. Il suo mandato è esteso e deve controllare tutte le funzioni del governo.

Pertanto, il Paese è molto stabile politicamente, aperto agli scambi mondiali, accogliente e favorevole agli investimenti stranieri, alla circolazione e all'apertura economica. Nulla si oppone ad un futuro di grande sviluppo.

Rimaniamo connessi!!!
















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