É questa l'Italia?



Sono anni che non scrivo in italiano, anni che sono lontana dalla mia Terra, la Mia adorata Italia. Sono anni che soffro per il grigiore metereologico del Nord Europa, per la mancanza del calore umano che si incontra tra la Nostra gente. Anni che consacro cervello, energia ed idee ad un Paese che non è il mio. Ma sono anche anni in cui dalla mia Italia non mi sono mai allontanata. 

Io sono italiana, leggo in italiano, penso in italiano, parlo italiano in casa. Mio marito e mio figlio sono italiani. Nessuno di noi ha la doppia cittadinanza. Torno in Italia ad ogni vacanza, ragiono all’italiana, educo all’italiana, vivo all’italiana, guardo solo la tv italiana.

Con l’Italia nel cuore e per la Mia Italia, le mani mi prudono e non riesco più a tenerle a freno. E cosi’, in un’uggiosa giornata di febbraio, ho finalmente deciso di prender il coraggio di gridare forte il mio scandalo per quanto sta accadendo in quel Paese che è il Mio Paese, il Paese di milioni di italiani espatriati per esigenze economiche, familiari o lavorative, di milioni di cervelli italiani in fuga…

Ci son cose che proprio non riesco a capire. 
Abbiamo ricercato dittatori per metterli fuori gioco, per ucciderli, a nome del sacrosanto principio di Democrazia, di governo del popolo, un concetto fondamentale per il quale è stato versato per secoli il sangue di tutti i popoli e di tutte le razze. Un principio iscritto nei testi fondamentali, protetto da organi internazionali, sbandierato come valore essenziale dell’umanità. 

Ricostruiamo Nazioni, a nome della Democrazia, attraverso il cosiddetto principio del Nation Building, tanto caro a noialtri occidentali, con il quale le coalizioni internazionali guidate dall’ONU, dalla NATO, dall’Unione Europea (ecc…) hanno tentato di esportare il modello democratico in Paesi quali il Kosovo, l’Afghanistan, l’Irak, ecc… sotto pretesto di rischi di caos e di guerre civili che sarebbero insorte tra fazioni e popoli lasciati all’abbandono, senza più la guida dei loro dittatori. 

Andiamo contro un vecchio principio del diritto internazionale tradizionalmente considerato come fondamentale tra gli Stati, il principio di non ingerenza, a nome della Democrazia e del rispetto dei diritti umani, per salvare vite, evitare catastrofi, riparare cataclismi…

E poi? E poi, in un Paese occidentale che si dichiara democratico, storicamente democratico e che rivendica un posto d’onore tra le potenze europee e tra i Paesi avanzati, come l’Italia, in un Paese in cui la libertà di espressione viene valorizzata ed insegnata nelle scuole a bambini in tenera età, così come nelle aule magne universitarie, in un Paese in cui si chiede una cittadinanza politica attiva ai propri cittadini, in cui il voto è un diritto fondamentale, in cui l’uomo è libero di fare, di pensare, di scrivere, di parlare, di vestirsi… 

In un Paese libero e democratico come l’Italia, dove sono finite Libertà e Democrazia? Ormai tutto è a senso unico.

Se non si pensa come loro, si è retrogradi.
Se non si mostrano le opinioni politiche manifestando o portando braccialetti colorati, si è ignoranti.
Se non si sbandiera ai 4 venti la propria opinione politica - che Dio ci scansi  se non è come la loro!! - si è anomali.
Se non si fanno le primarie dei partiti, non si è dei veri politici o se non si veramente democratici.
Se non si accettano le unioni civili, si è fuori dal mondo, perché tutti gli altri Paesi le hanno legalizzate.
Se ogni volta che si parla d’amore, non si aggiunge « l’amore è uguale per tutti » o « l’amore tra tutti » o « l’amore poco importa il sesso », allora non si rispetta l’uguaglianza.
Se si va a Sanremo e non ci si lascia coinvolgere in dichiarazioni politiche più o meno dirette, non si è innovatore.

Basta, vi prego, basta. Non se ne puo’ più di questa propaganda politica costante e in un’unica direzione.

Democrazia significa libertà. Libertà di scegliere. Libertà di scegliere se manifestare le proprie opinioni o tacere. Libertà di mostrarsi o non mostrarsi, di dire quel che si pensa o di restare in silenzio. 
Per quale ragione se taccio, devo esser incriminata di « passiva »?
Per quale motivo, se non ostento il mio favore per una riforma che si vuol far passare a tutti i costi, devo essere considerata tradizionalista, conservatrice, puritana o poco liberale?
Per quale motivo le idee politiche devono essere sbandierate costi quel che costi? 
Per quale motivo mi si deve imporre a tutti i costi una visione del mondo che è univoca e costringere ad ascoltare « pillole di saggezza » costanti che se non coincidono con il mio modo di vedere le cose devono essere imposte ugualmente, altrimenti sono io quella fuori dal mondo, sono io quella diversa?
Per quale motivo se voglio solo guardare il festival della canzone italiana, devo vedermi sfilare davanti agli occhi propagande politiche anche da parte di cantanti che forse di politica ne sanno anche meno di me e di tutti gli altri? Perché anche ospiti a livello internazionale devono mostrare le loro convinzioni e cercare di convincere della loro correttezza tutti, come se l’opinione contraria fosse un crimine contro l’umanità?
Perché portare un braccialetto colorato è giusto, mentre dire la propria scontentezza di fronte ad una riforma che un Governo NON democratico cerca di far passare a tutti i costi, imponendola a 60 milioni di persone o giù di li, convincendo la gente che questo è giusto perché in tutta Europa ormai certe cose sono parte della legislazione nazionale, sarebbe un attentato contro la democrazia?
Perché è democratico solo questo e quello no? Perché siamo governati da qualcuno che ci è stato imposto come fosse un burattino sotto i fili dell’alto, allorché i governi votati dalla popolazione italiana sono stati gentilmente messi alle porte sotto pretesto che i risultati non erano stati raggiunti? Di quali risultati parliamo? Quali risultati puo’ fissare un governo non eletto democraticamente? Sono giusti i risultati che quest’ultimo imporrebbe ad una popolazione che non lo ha chiesto? É forse giusto esser governati, in un Paese democratico, senza elezioni? É forse democratico il Paese che non indice elezioni? É forse libero il Paese in cui un governo non eletto dal suo popolo cerca di far passare, sotto pretesto dell’uguaglianza e dei diritti civili, a volte anche « umani », riforme che modificano sensibilmente i principi costituzionali del Paese, senza chiedere il parere popolare, almeno almeno attraverso un referendum, visto che non è stato eletto democraticamente?

Perché tutto deve essere a senso unico e se non si va per forza in quella direzione, non si è liberali, non si è moderni, ma si è ignoranti, dittatoriali, conservatori, puritani… e via dicendo?

Perché la popolazione è sottomessa a questi schemi? Perché ci si accontenta? Perché ci si impietosisce davanti ai drammi umani, perché ci si scandalizza di sbagli arbitrali, senza scandalizzarsi di quanto i nostri cervelli siano stati manipolati negli anni?
Perché il popolo italiano non si rende conto di quanto la nostra libertà sia in pericolo costante?

E questo al di là delle idee politiche. Perché se libertà esiste, se democrazia esiste, un’idea non vale più dell’altra. Un’idea non è migliore dell’altra. Un’idea vince solo se la maggioranza lo decide.

Dov’è finita la libertà di espressione? Dov’è finita la democrazia? Dov’è finita l’Italia dei Padri fondatori?

É questa l'Italia?


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