NORD COREA UN NODO GORDIANO SEMPRE PIÙ AGGROVIGLIATO

A cura del Dott. A. Ciappa:


PROPAGANDA?!
Il test missilistico trasmesso in tv dalla propaganda di Pyongyang ha scosso i nervi di molti, a partire dagli USA. Ma quale è la differenza fra propaganda estrema e realtà? 
Dal lancio di un ICBM riuscito ad avere un missile intercontinentale operativo con una o più testate nucleari operative può passare un anno o cinque anni o un’eternità. 
Il lancio di un missile ICBM (Inter Continental Balistic Missile) significa lanciare fuori dall’atmosfera terrestre il missile che immette il veicolo di rientro con il carico “pagante” in un’orbita che termina quando il veicolo inizia a rientrare nell’atmosfera per esplodere sopra il bersaglio. Le recenti miniaturizzazioni hanno portato a permettere di stivare in una testata del missile più di un ordigno con un veicolo di rientro detto MIRV, Multiple Independently Targetable Reentry Vehicles (Veicoli di rientro multipli con obiettivi indipendenti), il “carico pagante”. Il MIRV è il risultato di decenni di studi e sviluppi nella miniaturizzazione tanto dei sistemi quanto delle testate. Probabilmente uno dei più custoditi segreti militari degli arsenali mondiali.
La testata di un ICBM deve sostenere un calore pari a 7 mila gradi centigradi mentre ricade verso l’obiettivo terrestre ad una velocità di almeno Mach 21, vale a dire 7,2 chilometri al secondo. È praticamente impossibile intercettarla una volta rientrata nell’atmosfera. 
I Sud Coreani, primi e preferiti bersagli del Nord si nascondono dietro a un dito sostenendo che i nordcoreani sono ancora lontani da questo sviluppo. In parole povere, agli scienziati di Kim manca ancora un test di rientro nell’atmosfera terrestre. Però, la frequenza dei test è stata accelerata e i progressi sono costanti. Il pericolo c’è e non va sottovalutato.
Gli Stati Uniti e gli alleati sudcoreani pensano di possedere una superiorità militare schiacciante. Ma un conto è avere più navi più aerei armamenti più sofisticati e un conto è essere realmente superiori. Con un ragionamento simile le forze della Coalizione dovrebbero aver eliminato la minaccia talebana dall’Afghanistan da anni. 
Non mi pare sia successo vero? Perché? Cercherò di  spiegarlo.
Apriamo gli occhi
Torniamo al fatto già citato (v. lo scritto “il Nord Corea, un nodo Gordiano”) che di quella parte del mondo, dove gli esseri umani hanno gli occhi a mandorla, cioè Cina continentale e isolana, Corea, Giappone, Sud Est Asiatico e Filippine, la diplomazia e l’establishment politico Americano non hanno ancora capito molto. Quando poi aggiungiamo che un buon 80% di quei popoli ha abbracciato o segue la filosofia comunista (anche se annacquata) di cui gli Americani (diplomatici, Accademici, Politici e Borghesia) hanno capito poco,  e  nulla la Piccola Borghesia e Proletariato USA, abbiamo un’equazione che non può chiudersi che con un risultato: fallimento. 
Infatti la base della attuale pessima situazione in Corea risale ad un fallimento dovuto al Segretario di Stato USA dell’Amministrazione Truman, Dean Acheson.
Il 12 Gennaio 1950 Dean Acheson, illustrò la politica asiatica del Presidente Truman in un discorso tenuto presso il National Press Club di Washington DC (il Club nazionale della Stampa, quindi un consesso altamente recettivo).
Acheson stilò una lista di Nazioni che gli Stati Uniti “consideravano essenziali ai propri interessi”. Un eufemismo che tutti interpretarono e che intendeva Nazioni che gli Stati Uniti avrebbero difeso anche andando in guerra.
Acheson piazzò Giappone, Okinawa e le Filippine in quella sorta di perimetro difensivo.
Né Taiwan né la Corea furono menzionate.
Era come dare una licenza di caccia permanente ai comunisti.  
All'invasione del 1950 Kim Il-Sung si stava preparando da tempo, visto che sia lui, sia l'intera popolazione nordcoreana era stata indottrinata dalla cacciata dei Nipponici:
  • Fra il 1946 e il 1949 oltre 10.000 giovani ufficiali nordcoreani erano stati inviati nelle accademie militari sovietiche a studiare.
  • Nel 1948 era stata introdotta in Corea del Nord la leva obbligatoria e l'intera popolazione era stata militarizzata. Lo è tuttora.
  • Nel biennio 1947 - 1949 ben due divisioni di volontari nordcoreani - in tutto 40.000 uomini - avevano combattuto nella guerra civile cinese a fianco dei comunisti di Mao Tse-tung contro i nazionalisti di Chiang Kai-shek, al potere e aiutati dagli statunitensi.
Alla Grande Guida mancava il “casus belli”. Glielo servirono gli Stati Uniti,  nientepopodimeno che con Dean Acheson , su un piatto d’argento. Ma gli Americani hanno un quid di masochismo in sé. Dev’essere la componente Italiana della popolazione USA che colpisce. Masochisti politici come noi Italiani son difficili da reperire sul mercato mondiale.
Le Forze Armate USA che erano state di molto ridotte, dipendevano dal Comando di Tokyo, dal Generale US Army Douglas MacArthur che si era insediato nel Dai-Ichi Hotel di Tokyo e da quel Quartier Generale governava il Giappone, dandogli una nuova forma di Governo, una nuova amministrazione, nuove leggi, nuova stabilità, ricostruendogli le industrie, Vicerè di fatto ma non di nome. 
McArthur per la parte militare si affidava al suo Stato Maggiore che era lo stesso che lo aveva seguito dalla fuga da Corregidor e da Bataan e che lo aveva appoggiato nel suo Comando del Pacifico Meridionale dalle basi australiane. Nell’US Army queste persone venivano gergalmente chiamate “la cricca di Bataan” a cui il Generale si affidava completamente e di cui si fidava ciecamente. 
La sua estrema popolarità e l’affettazione di ignorare talvolta le disposizioni del Comandante in Capo,  soprattutto quando questi era il suo vecchio amico Roosevelt, lo portavano a comportarsi con arroganza e sufficienza verso i subordinati - tanti- e i superiori – uno-  (veniva chiamato “El Supremo” nomignolo preso da un pazzo ed esaltato dittatore centroamericano la cui storia ed uccisione veniva descritta nella novella di C.S. Forester  “Le Avventure del Capitano Hornblower”); atteggiamenti e comportamenti che lo avevano reso inviso a Truman, che però doveva sopportarlo per la enorme popolarità in patria. E questo  fu il primo errore masochistico USA,
In Secundis, svuotarono quei settori militari in Corea che potevano dare informazioni. Ufficiali operativi dell’Intelligence dei Marines (soprattutto) dell’US Navy e dell’US Army che si erano fatti le ossa nel Pacifico furono de-commissionati o posti in congedo in massa, trascurandone le capacità e gli incarichi ricoperti, creando un vuoto pericoloso. 
Poi venne fuori un “assesment” datato tre giorni prima dell’attacco Nordcoreano da parte del G-3 (Intelligence) dello Stato Maggiore di MacArthur Major General Charles A. Willoughby indicava nulla di nuovo a Nord del 38° e nessun ammassamento di truppe del Nord.
Quelle truppe  ammassate e pronte da settimane ormai.
Non era la prima volta che il responsabile G-3 dell’Intelligence alterava informazioni sensibili per compiacere il suo superiore. Già lo aveva fatto affermando che una guerriglia anti-giapponese era impossibile da sviluppare nelle Filippine. Quando gli Americani sbarcarono a Luzon furono accolti al suono di una banda con uniformi e bandiera USA al comando del Colonnello Fertig, auto commissionatosi Generale,  che aveva riunito a sé tutti gli sbandati della Forze Americane e dell’Esercito Filippino e, con l’aiuto occulto dell’OSS e del CINPAC aveva organizzato un’aspra lotta guerrigliera contro i Giapponesi.
Quel che segue è un rapporto del G-3 [intelligence] del 10° Corpo d’Armate che afferma come Willoughby alterasse i suoi rapporti per compiacere MacArthur, tratto dal diario di guerra della 10th Corps USA - Korea.
<quote>
As said of Willoughby, by Lieutenant Colonel John Chiles, 10th  Corps G-3, chief of operations of military intelligence of that unit:
MacArthur did not want the Chinese to enter the war in Korea. Anything MacArthur wanted, Willoughby produced intelligence for.… In this case Willoughby falsified the intelligence reports.… He should have gone to jail...”
<unquote>
Come se non bastasse la incapacità di un Generale poi ci pensò il Segretario di Stato di Truman a aiutare la Corea del Nord. Da allora la situazione è cambiata solo per la Corea del Sud che è diventata una delle prime potenze industriali ed economiche asiatiche e mondiali.
Valutando il problema militare della penisola coreana bisogna ricordare come le ostilità si interruppero con “cessate il fuoco” ed un armistizio che bloccava le truppe delle due parti al 38° parallelo. E basta.
Le due Coree inizialmente non vollero riconoscere l'armistizio. Un comitato di supervisori dell'armistizio formato da osservatori appartenenti a nazioni neutrali operò fino al maggio 1956 quando, in seguito agli incontri diplomatici di Ginevra (26 aprile - 15 giugno 1954), falliti per l'inflessibilità dei nordcoreani, non si arrivò ad un trattato di pace. Da allora, gli statunitensi mantengono circa 40.000 soldati e arsenali nucleari in Corea del Sud a badare a quel che costituisce il più lungo armistizio della storia. Il 25 maggio 2009, a seguito delle rinnovate tensioni fra le due Coree, la Corea del Nord si è unilateralmente ritirata dall'armistizio.
Tuttora le truppe USA e Sudcoreane che pattugliano quel settore di confine lo fanno in armi, in allarme pronte ad una reazione armata in caso di attacco senza necessità di conferma.
È vero che l’arsenale americano unitamente a quello sud coreano potrebbe annichilire la Corea del Nord e le testate giornalistiche da cui ho tratto informazioni se ne fanno forti. 
Cito:<< Pyongyang ha solo fatto un primo test di missile intercontinentale. Gli Usa potrebbero lanciare una pioggia di missili da crociera, da navi e sottomarini. Potrebbero usare bombardieri che hanno già volato sulla penisola ripetutamente in un’esibizione di potenza (anche nucleare)>> e ancora <<Questa ipotesi di tentativo di «annichilire» le basi missilistiche e nucleari del Nord Corea è stata già valutata per la prima volta vent’anni fa dal presidente Clinton, poi da George Bush nel 2006, poi da Barack Obama. E sempre scartata….>>
Scartata per diversi motivi. Il primo è basico: non esiste attacco massiccio, improvviso, mirato che possa annichilire totalmente l’avversario, per ragioni diverse è fantascientifico prospettarlo.
Intelligence incompleta, intelligence disinformativa, errori tanto umani quanto elettronici, le leggi di Murphy: a) Se qualcosa può andar male, lo farà, b) Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a guasto o errore, allora prima o poi esso si verificherà. Tanto può andare storto. È umorismo nero, ma la lista dei fatti andati storti in azioni militari USA è lunga, partendo dal Vietnam, passando per l’Irak, per l’attacco a Gheddafi o al tentativo di liberare gli ostaggi americani dell’Ambasciata di Teheran. Errori umani, eccesso di fiducia nelle macchine, imprevisti, incapacità, incompetenza. Indecisione del Comando in Capo. Dall’altra parte c’è un intero Paese trasformato in caserma che marcia al passo dell’oca.
Errori che quella zona di mondo non può permettersi perché un solo piccolo errore significherebbe lasciare ad un pazzo senza scrupoli la possibilità di lanciare anche un solo attacco. Batteriologico o Nucleare che sia su una città come Seoul che dista 50  km. dal confine si tradurrebbe in centinaia di migliaia di morti con orribili ripercussioni in zona. 
Si dovrebbe contare su un attacco massiccio a tutto l’arsenale convenzionale e non convenzionale nordcoreano. 

Un’operazione pressochè impossibile. Sarebbe impossibile portare in zona le batterie di artiglieria, missilistiche e di razzi con approvvigionamenti, telecomunicazioni, radar, telemetri depositi di carburanti e logistica senza che il Nord se ne avveda.

Senza allertare un avversario che non solo lo è già, allertato, armato e schierato, ma pronto a sfruttare qualsiasi provocazione. 
Oltretutto, in uno strike «di precisione» americano non ci sarebbe certezza di riuscire ad annientare le postazioni missilistiche nemiche. Fra l’altro nordcoreani stanno usando da tempo  lanciatori mobili: per i missili lo Hwasong-14, a giudicare dalle foto diffuse da Pyongyang, è collocato su un veicolo di fabbricazione cinese che si può spostare in continuazione rendendo difficilissima l’individuazione.
Poi  una diplomazia occidentale che ha lasciato fare usando la imbelle arma delle sanzioni. Non si dovevano intimare sanzioni sapendo che la Cina (e la Russia) le avrebbe  disattese, si doveva isolare il Nord Corea con un blocco navale ed aereo sin dal primo momento in cui si era scoperto il programma di riarmo nucleare e non. Un blocco navale ed una non fly-zone avrebbero costretto la Corea ad approvvigionarsi via terra dalla Cina, non la avrebbero arrestata, ma sarebbe stata la scusa per mantenere navi ed aerei su larga scala pronti costantemente. Oggi solo spedire due bombardieri B-1 fa strillare alla provocazione. Lo è, ma fine a sé stessa, perché gli USA  nei confronti dei Nordcoreani hanno perso “faccia” e se non la recuperano verranno provocati provocati provocati.
La “faccia” in quelle parti del mondo è un concetto talmente inserito nel contesto sociale e umano talmente innato da condizionare decisioni finanziarie, militari e politiche di ogni tipo.
È qualcosa in cui sono coinvolti  la reputazione, la dignità, l’onore tuo e di chi ti sta dinanzi, è un misto di prestigio e rispetto che si guadagna non solo con gli atti, ma “mettendo a posto” il tuo avversario, non necessariamente con la forza.
È un atteggiamento automatico di autoprotezione in quelle parti del mondo sovrappopolate che dall’assoluta mancanza di privacy  quando non hai un posto dove essere solo, per cui lo devi trovare dentro di te, nel tuo cervello, crearvi una stanza in cui non permetti al dolore all’angoscia di entrare e da cui non puoi far uscire il tuo vero io, perché offenderebbe la tua famiglia e le farebbe perdere “faccia”. Ecco perché la assoluta maggioranza di quelle popolazioni ha un atteggiamento facciale da cui non lasciano trasparire emozioni di sorta. È qualcosa di simile alla “dignitas” romana.
Ora paragonate questo atteggiamento ai comportamenti tipici degli Americani a cui film, turisti e contatti diretti ci hanno abituati. Di bello gli Americani hanno che si comportano egualmente dovunque nel mondo. Caciaroni, abituati ad una forma di libertà che il resto dl mondo spesso sogna non potranno mai capire  un problema di decoro come la “faccia”, nonostante il 5% della popolazione americana sia di origine asiatica. Sarebbe come pretendere che  olio e acqua si mescolino subito.
La politica e la diplomazia Americane non sono mai riuscite a comprendere questo atteggiamento, avendo concentrato per decenni il loro interesse e le loro psicosi sui rapporti con il Blocco Sovietico. Pochi diplomatici e politici americani possono riuscire a capirlo , probabilmente quelli che saprebbero gestire il fattore “faccia” non hanno abbastanza influenza a Foggy Bottom o alla Casa Bianca.
Oggi siede nello Studio Ovale un personaggio che è cresciuto in un mondo dove la politica è messa nel bagagliaio, come gomma di scorta da usare forse in caso di guaio. Dove far perdere faccia al tuo avversario o acquisirne tu significa portare a casa un affare plurimilionario. Trump è abituato a trattare con Orientali ad alti livelli finanziari se non politici. Sa come affrontarli e sconfiggerli, fin dove spingersi e quando fermarsi senza perdere “faccia” o farla perdere così da  creare un “You owe  one Pal!”.
Moltissimi hanno criticato Trump che ha lasciato la cena ufficiale con il Premier Cinese per ordinare l’invio di un sommergibile a minacciare la Corea del Nord. Lo ha fatto appositamente, per guadagnare faccia con chi sta materialmente e politicamente teleguidando il Dittatore Nordcoreano.
Perché la chiave di volta della situazione coreana è a Pechino.
I Cinesi atavicamente hanno sempre combattuto non appena hanno visto minacciati i loro confini. Ne sanno qualcosa gli Americani che come hanno toccato lo Yalu nel 1950 si sono trovati addosso centinaia di migliaia di Soldati Cinesi ad attaccarli.
Non hanno molte nazioni a far da cuscinetto alle loro frontiere settentrionali, soprattutto con la Russia Siberiana il loro vero dichiarato avversario e le sue ex Repubbliche. A sud-ovest hanno la più alta catena montuosa al mondo che li divide da un loro atavico nemico l’India. Per rendere quella parte di mondo ancor più  sicura si sono annessi il Tibet. A Sud hanno tre nazioni, Myanmar Laos Vietnam, a regime comunista o filo cinesi, anche se un po’ bellicose come il Vietnam. Con il resto del Sud-est Asia simpatizzante. A Sud hanno il problema insoluto di Taiwan, con cui però fanno affari costantemente. Scatenare la tensione a Nord-Est in una zona “calda” porta l’altra parte a distrarsi. È il sistema della disinformazione così tanto usata nel blocco comunista.
Il Regno di Mezzo sta muovendosi pesantemente nel Mar Cinese Meridionale, dove addirittura i Cinesi stanno creando isole o ampliando quelle che hanno occupato in maniera da stabilire la loro presenza in loco con aeroporti, porti e ancoraggi, con magazzini, strutture anche armate. Per  poter sfruttare le enormi risorse di gas e petrolio sottomarini, andando in contrasto con il Vietnam e soprattutto le Filippine. La Cina ha bisogno di idrocarburi gratis….
Nel Mar Giallo poi su cui affaccia uno dei principali porti e città cinesi Tientsin, è bloccata  volendo anche militarmente da Giappone e Sud Corea e la Cina sta programmando di espandere le proprie linee marittime e proteggerle. Questo spiega la messa in opera di tutta una classe di portaerei: la Shandong ha subito alcune modifiche e miglioramenti e costituisce la capoclasse della serie Type 001A che vedrà presto entrare in cantiere un’unità gemella mentre altre 2 portaerei più grandi (Type 004 da 80 mila tonnellate e probabilmente propulsione nucleare) sono in fase realizzazione nell’ambito del programma cinese teso a disporre di 5 portaerei entro il 2030 inclusa la Liaoning (ex Varjag – Russa). Il che vorrebbe dire almeno due unità in mare costantemente.
Il futuro della Repubblica Popolare di Cina è mercantile e consumistico. Ormai contende agli USA e all’UE il primato industriale. In Africa ed Asia, con saggia lungimiranza, ha acquisito miniere, diritti di sfruttamento minerario e alleanze spesso trascurate dall’Occidente o date per scontate.   Nel 2015 lo yuan cinese  è divenuto una delle sei valute di riserva approvate dal FMI, con il dollaro USA, l'euro, lo yen, la sterlina inglese (poi ti domandi perchè hanno voluto la Brexit….).
Negli anni novanta le cosiddette Quattro Tigri Dell’Asia Nazioni ad ininterrotto sviluppo industriale erano Singapore, Hong Kong, Taiwan e Corea del Sud. Le quattro Minori: Malaysia, Indonesia, Thailandia e Filippine. Dopo la Grande Crisi Economica Hong Kong, Taiwan e Corea del Sud hanno resistito (checchè si dica Hong Kong è PROC!), seguite a fatica da Singapore. Le Filippine basano le loro possibilità di rinascita in nuove risorse petrolifere (le stesse del South China Sea) e stabilità politica (dura da raggiungere), la Malaysia riesce a salvarsi grazie alle sue risorse minerarie e petrolifere e l’alleanza con il ricco Brunei. La Thalandia ha conosciuto momenti di disagio politico con un nuovo Re privo della passione che ardeva nel padre, e una Dittatura che la sta isolando politicamente con l’Occidente e portandola a Pechino, può sopravvivere grazie al turismo, potrebbe toccare ben altre vette se decidesse di sfruttare adeguatamente le sue notevoli risorse minerarie. Stagno e minerali rari.
L’Indonesia, il più grande paese islamico al mondo, è una Nazione pronta ad implodere se non accantona il radicalismo islamico e lo sfruttamento improprio delle sue enormi risorse naturali.
E siamo a Taiwan con le isole del Mar Cinese Meridionale, le isole Paracelso, la serratura alla chiave per destabilizzare la crisi Nordcoreana.
Non riconosciuta né dalla Cina (Repubblica Popolare Cinese, PROC) né dagli altri membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU (Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Francia), nonché dal Canada e dagli altri paesi dell'Unione Europea, Taiwan intrattiene tuttavia con essi rapporti di collaborazione e di commercio (solitamente con un ufficio di rappresentanza facente funzioni di ambasciata, a nome Taiwan o Taipei); al novembre 2013 è riconosciuta da 20 stati in tutto il mondo, tra cui la Città del Vaticano. È un’isola intensamente rivendicata dalla PROC, difesa dagli USA, ancora una Tigre Finanziaria con cui l’altra Cina fa spudoratamente affari pur non riconoscendone l’indipendenza.
La Cina poi amministra motu proprio una parte delle Isole Paracelso dal 1974, quando l'esercito cinese occupò le isole occidentali. Le isole sono rivendicate inoltre da Taiwan e dal Vietnam. Sotto la superficie delle Paracelso si annida un’immensa quantità di gas e petrolio che fanno gola anche al Vietnam ed alle Filippine.
L'isola di Woody (cinese semplificato: 永兴岛; cinese tradizionale: 永興島: pinyin: Yǒngxīng Dǎo; vietnamita: Đo Phú Lâm) è una delle Isole Paracelso nel Mar Cinese meridionale. Questa è occupata dalla Repubblica Popolare Cinese ed è rivendicata dalla Repubblica di Cina (Taiwan) e dal Vietnam.
L'isola non ha popolazione indigena ed è militarmente presidiata da una guarnigione. Vi è tuttavia un centro di soccorso cinese e l'isola dispone di un aeroporto con una pista da 2.350 metri e di un porto artificiale attivato recentemente al fine di promuovere il turismo, dicono. Iolo definirei turismo “armato”. Guardando la foto satellitare più che un’isola pare una portaerei ancorata al mare.
Secondo il sito albdesanctis sono oggi  efficacemente armate.
<< Il (presunto) dispiegamento di una coppia di batterie missilistiche HQ-9 nel Mar Cinese Meridionale testimonia la crescita dell’influenza cinese nell’area.
Gli HQ-9 sono missili terra-aria a medio-lungo raggio molto simili agli S-300 russi che sfruttano un radar a scansione elettronica attiva potenzialmente in grado di individuare anche gli aerei di quinta generazione.
Stando alle immagini satellitari, le prime due batterie sono state posizionate su Woody Island, isola dell’arcipelago delle Paracelso che già ospita una squadriglia di caccia da superiorità aerea J-11: con ogni probabilità, nel corso dei prossimi mesi altre batterie faranno la propria comparsa sulle restanti installazioni cinesi nel bacino, fino a costituire un sistema antiaereo integrato capace di difendere l’intera zona.
Pechino non si limita a potenziare le difese contro le minacce aeree: sono della olre un anno fa le immagini satellitari relative ai lavori di costruzione di basi per elicotteri su Duncan Island, sempre nelle Paracelso, che possono ospitare i nuovi velivoli antisottomarino Z-18F. Grazie al loro raggio di 450 miglia nautiche, questi apparecchi saranno in grado di raggiungere facilmente le acque territoriali del Vietnam, paese che ha puntato (anche) sul potenziamento della propria flotta subacquea per rispondere alla crescente assertività di Pechino nel Mar Cinese Meridionale.
La costruzione di ulteriori piazzole sulle altre installazioni artificiali nel bacino consentirà agli elicotteri cinesi di muoversi agilmente fra gli arcipelaghi per pattugliare le acque contese ed affrontare eventuali minacce sommerse. Inoltre il rafforzamento delle difese antiaeree e antisommergibile cinesi nell’area può anche rispondere al tentativo di creare un santuario per i propri sottomarini nucleari equipaggiati con missili balistici intercontinentali, che costituiscono la componente marittima della triade nucleare di Pechino.>>
È ovvio che creare isole al largo sia un espediente molto dispendioso per espandere la propria sfera di influenza marittima. I Cinesi però sanno bene come farlo, il loro ultra moderno aeroporto, Chep Lap Kok, di Hong Kong, è il risultato di 20 milioni di dollari di investimento nell’espansione e ristrutturazione di un isolotto della baia. Progetto portato a termine in anticipo sul previsto dell’epoca.
È in quella parte del mondo che bisognerebbe fare pressioni sulla Cina per stemperare la pressione creata dalla Corea del Nord e mettere calmo il Ben Nutrito Dittatore. 
Il 26 maggio 2017 Pechino ha protestato presso Washington:
<<“The Philippine Star” BEIJING — China protested a U.S. Navy patrol that sent a guided missile destroyer near a group of man-made islands in the South China Sea on Thursday, in the first American challenge to Beijing's claims to the waters since President Donald Trump took office.
China's Defense Ministry told reporters that it had sought an explanation with U.S. officials over the incident, which Beijing said involved the USS Dewey and took place around Mischief Reef, one of a chain of artificial islands China has built and fortified to assert its claims over the strategic waterway.
While U.S. officials did not immediately comment on Thursday's operation, Washington has in the past insisted that it has the right to conduct so-called freedom of navigation operations, or FONOPS, in the area because it is in international waters. The Navy conducted similar operations under former President Barack Obama, but had not done so since Trump took office and began talking up the prospect of warming ties with Beijing and cooperating over issues like North Korea.>>
Azione di “Showing Flag” poi ripetuta recentemente il 3 Luglio, segnalata da Fox News e Reuters, dove si riportava delle proteste cinesi per il passaggio di un DDG classe Burke il Stethem (DDG-63) armato con Missili (RIM-156 SM-2 - BGM-109 Tomahawk - Harpoon – ASROC), cannoni e 2 Elicotteri e dotato del sistema Aegis. Una nave con cui sarebbe dura fare a “pistolettate”…
Proteste a cui gli USA hanno sempre ribadito con il diritto alla navigazione comunque e dovunque. Soprattutto vicino a terre non riconosciute ufficialmente come afferenti alla sfera di influenza politica della Cina.
Riconoscendo che la minaccia Nucleare, batteriologica e Chimica del Nord Corea è una minaccia enorme per non meno di centonovanta milioni di persone  (CENTONOVANTA MILIONI!) e che le fila della crisi vengono tirate nella Città Proibita è  là che pressione va fatta. 
La cosiddetta politica delle cannoniere non ha finora mancato mai di portare utili. 
Usare l’arma principe della strategia di pressione USA, la Marina, accentuare la presenza USA nel mar Cinese Meridionale, aumentando le esercitazioni con le Filippine. Contemporaneamente minacciare velatamente di riconoscere formalmente Taiwan come Nazione a sé stante. Il disconoscimento di Taiwan  fu il cavallo trionfale della politica Nixon-Kissinger di riavvicinamento alla Cina, allora, ma oggi conta poco, specialmente ora che nello Studio Ovale non siede un imbelle, ma un personaggio che fra alti e bassi ha acquisito nella sua carriera di Tycoon esperienze assolutamente sconosciute a tutti i suoi predecessori, Accademici e Politici di professione. Categorie che negli ultimi anni hanno portato gli USA a perdere rispetto, dignità e valore nel mondo per la loro ignoranza (da “ignosco”, latino, non so) di molti fatti nel mondo politico e diplomatico asiatico.
Il primo colpo lo diede durante la cena di Stato con il Premier Cinese, poco formale, ma molto efficace. Mandare in zona la Johnny Reb da sola poca, cioè ne fa un bersaglio invitante se si sottovaluta quel Dittatore sovrappeso. Anche un solo SSN non basta. O 2 miserrimi Bombardieri. Che fanno solo irritare, ma senza azioni ficcanti, dove meno se lo aspetti la Cina quella parte del mondo vivrà sotto l’incubo del Fungo Atomico Nordcoreano. 
Io per fortuna uso l’iPhone quindi dovesse sparire la Samsung non piangerei……, cerco di [far] sorridere perché la situazione è angosciante. 
Per cui ricorriamo alla cara vecchia saggezza (e spietatezza) medievale per la chiosa:

Considerate la vostra semenza
 fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza!
Dante Commedia Inferno Canto XXVI – 118-120 – Ulisse

Chiari 10 Luglio 2017

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