I bonds tedeschi del 1922 e qualche mistero irrisolto

Pubblichiamo qui di seguito una riflessione interessante tratta da un'esperienza di vita vissuta, in merito ai bonds tedeschi del Post Guerre mondiali, ed ad una serie di misteri ad essi collegati!



"1918 è finita la Prima Guerra Mondiale

La Germania si impegnò a pagare 132 miliardi di marchi oro (6.600.000.000 di sterline) con il Trattato di Versailles (1919). Una cifra assurda.

Fissati anche i termini del pagamento: rate annuali costituite da una somma fissa di 2 miliardi di marchi oro, più una somma corrispondente al 26 per cento del valore delle esportazioni tedesche nell’anno. Condizioni ultimative, considerate «un’ingiustizia senza eguali» dalla Germania.

Il 10 maggio il cancelliere Konstantin Fehrenbach si dimise piuttosto che assecondare il diktat alleato. Gli succedette Joseph Wirth, che il 13 maggio infine accettò sotto la minaccia di un’occupazione alleata della Ruhr.

Dopo lo scoppio della guerra in Europa gli USA congelarono le riserve auree tedesche e i capitali germanici quando si intuì che l’intervento USA era prossimo. La parte del leone la fecero le banche di New York (fra cui il “Re-leone” fu la Bank of New York) che si inglobarono capitali e oro senza colpo ferire.
Per facilitare la restituzione e agevolare (??) il debitore fu deciso che ogni Land Tedesco, ogni grande istituzione pubblica Tedesca (come ferrovie, società elettriche ecc.) emettessero obbligazioni (bonds) per ripagare questo debito. I più preziosi e di facile spendibilità fra questi strumenti sarebbero stati garantiti con l’oro tedesco congelato ed ancora detenuto nei caveaux delle banche USA (e lo furono).

Al “redde rationem” i creditori non vennero ad essere i Paesi alleati vincitori ma i detentori delle obbligazioni (cioè nella stragrande maggioranza le Banche) che la Germania fu autorizzata ad emettere, fra il 1922 e il 1928, per il versamento delle rate pattuite con i vincitori. Ma tanto la durezza dei danni di guerra imposti all’economia tedesca, quanto la recessione provocata dalla stessa guerra e dal radicale cambiamento sociale economico e politico in Europa Centrale e Orientale non consentirono un regolare pagamento delle cedole degli interessi, per non parlare del capitale.

Il conto delle riparazioni fu chiuso di fatto con una moratoria decisa nel 1931, due anni dopo l’inizio della grande crisi americana del 1929, ma l’obbligo contratto con i privati restò iscritto fino al 1933, vale a dire fino all’avvento di Hitler al potere, nel grande libro del debito pubblico tedesco. Quando il problema tornò in discussione, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, gli Alleati dimostrarono di avere imparato la lezione del conflitto precedente e dettero prova di buon senso. Nel 1953 fu deciso che la distribuzione del dividendo ai creditori privati sarebbe ricominciata solo dopo l’unificazione del Paese: una prospettiva che in quel momento sembrava molto improbabile ed era da molti non desiderata. Ma nel 1990, dopo la scomparsa della Repubblica democratica tedesca, qualcuno tirò fuori dal cassetto quel vecchio accordo e la Germania, diligentemente, ricominciò a pagare gli interessi sulle obbligazioni emesse negli anni Venti e Trenta.

Molti di quei titoli però non furono redimibili, perché erano dispersi per il mondo.

Alla fine degli Anni ‘80, uscì uno studio che dava ai diversi titoli un valore in dollari USA. I bonds garantiti in oro della Rheinelbe valevano se ricordo bene non meno di US$ 75,000.00 cadauno. Al cambio in Lire dell’epoca ben 150 milioni di lire. Ti ci compravi casa.....

In medias res

Nel 1991 a Roma una pattuglia della P.S. fermò un auto con dei cittadini etiopi bordo, perquisirono l’interno e rinvennero un grosso quantitativo di bonds tedeschi datati dal 1922 al 1924. Nonostante le spiegazioni del proprietario dei Bonds, li sequestrarono e presentarono l’atto al Tribunale di Roma, che dopo alcune settimane, alla luce della documentazione presentata decise la restituzione dei
bonds al proprietario.

Questo uomo io l’ho conosciuto con il solo cognome: Mr. Bissiri. Mi fu presentato da un amico Etiope che sapeva come io sapessi muovermi nel mondo degli strumenti finanziari anomali (anomalo
significa non di usuale negoziazione e non “rubato” come qualcuno potrebbe pensare....). L’Etiope che me lo presentò mi disse che era molto rispettato nella comunità etiope di Roma. Da una foto che trovai sul web pochi anni fa (nel 1992 il WEB ce lo sognavamo..) mi resi conto che la persona con cui avevo trattato e che sapevo essere un “parente” del Negus, era l’erede al trono d’Etiopia. Il Principe Aklile Berhan Makonnen Haile Selassie, nipote dell'Imperatore d'Etiopia Haile Selassie I.
 
Mi raccontò la storia di questi bonds, almeno come erano entrati in suo possesso. Gli erano pervenuti come eredità del nonno, consegnatagli dagli assets ereditari del Conte di El Alamein Sir Bernard Montgomery per non ricordo quale compensazione. Il Generale li aveva trovati (e saccheggiati...) in una villa in cui aveva soggiornato nel Germania occupata. Quella documentazione lui aveva consegnata al Tribunale di Roma per ottenerne la restituzione. Il Tribunale previa verifiche li aveva restituiti.

Presentò a me e a Edoardo, un vecchio caro amico con cui ho vissuto molteplici avventure “finanziarie” in giro per il mondo, un commercialista che lui aveva incaricato di liquidizzare i titoli.
Facemmo delle ricerche e scoprimmo, con enorme dovizia di particolari, vita, morte e miracoli di tutti quei bonds. Scoprimmo che pochissimi erano stati incassati e che l’oro ancora era depositato nei caveux delle Banche Newyorchesi. Che aspettavano il momento buono e sfruttare la recente unione tedesca per incassarli.

Quelli che avevamo in mano noi valevano oltre 400 milioni di Dollari USA.

Un caro amico di Ascoli ci aveva portato il fascicolo con le informazioni sui Bonds Tedeschi, noi trovammo due possibili acquirenti a New York.
Ci imbarcammo in tre: Domenico, Edoardo ed io. Scendemmo all’Hotel Tudor di New York e cominciammo a trattare con i due possibili acquirenti.

L’ostacolo era l’autenticità dei bonds, perché la proprietà e il nostro mandato erano chiari. Così il commercialista di Bissiri ci spedì un suo fiduciario con una serie di Bonds, (uno per tipologia), valore di mercato 25 milioni di dollari USA, in valigetta.

Poi si iniziò la discussione perché Bissiri aveva posto dei paletti, che i Bonds non lasciassero il nostro controllo mai, che le analisi venissero fatte con noi presenti ed altre condizioni che ci fecero spendere due settimane (era Luglio) in una città che io personalmente non amo, perchè ogni volta che l'ho visitata ho sempre patito o il caldo infernale o il freddo artico.

Siccome non ci fidavamo di depositarli nelle cassette di sicurezza dell’Albergo, i bonds, in busta chiusa e sigillata, “dormivano” con me e non lasciavano mai il mio controllo o quello di Edoardo.

Mi faceva un’impressione stranissima avere sotto il cuscino carte per 25 milioni, con un bagaglio storico eccezionale.

Alla fine ci mettemmo d’accordo: in uno studio legale dalle parti di Broadway un tecnico tagliò, sotto la nostra attenta supervisione, un pezzo di carta da ogni bond.
L’indomani ci confermarono che erano autentici al cento per cento, evviva!!.

Poi venne la doccia fredda: ci offrivano 2.000 dollari a titolo (il totale numerico era di 450 bonds. 900.000 dollari contro un valore asseverato di 400 milioni.... Ovviamente non fummo né gentili né sportivi nel respingere l’offensiva offerta.

Edoardo ed io rientrammo a Roma. Domenico ebbe un’offerta per negoziare quei bonds a Los Angeles. Ci separammo. Spese ne ebbi poche perchè il commercialista aveva provveduto ad ogni costo. Ma confesso che avevo fatto la bocca ad una bella provvigione.
Domenico a Los Angeles fece un buco nell’acqua e i Bonds tornarono a Roma.

Un paio di anni dopo ritornarono fuori, ma la Germania stava pagando i debiti anche della Prima Guerra Mondiale e ormai quei bonds valevano solo come “titoli vintage” da collezionisti.

A bocce ferme io mi domando due fattori:

1) Che fine ha fatto l’oro che garantiva i più costosi di quei Bonds? Dove è finito oggi?

2) La Germania ha poi pagato il suo debito con le nazioni vincitrici nel 1918 e nel 1945? Fra l’altro mi chiedo nel ’18 noi eravamo i vincitori, nel ‘45 gli sconfitti... che sarà successo?.

Se qualcuno sa rispondermi gliene sarei grato. "

Chiari

28 novembre 2017
AC

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