Oggi, giornata della memoria...

È stato calcolato (fonte Wikipedia) che i nazisti installarono nell’Europa da loro occupata non meno di 33 campi di sterminio dove si eseguiva “la soluzione finale”.
Il primo, che ancora operava al momento della resa, fu Dachau. 
 Con la solita efficienza tedesca l’organizzazione funzionava come una macchina. Tot numero di Ebrei entravano, tot numero veniva affittata per lavori manuali, tot numero di Ebrei veniva eliminata, lo stesso numero di corpi spariva nel nulla o sotto terra.
Organizzazione perfetta mirata al genocidio. 

Al momento della resa da parte dell’Ammiraglio Doenitz il regime Nazista pel tramite della sua branchia armata più fedele, le SS, aveva eliminato quasi diciassette milioni di persone. 17 milioni di morti non uccisi dalla guerra o dai risultati di più azioni belliche, ma eliminati perché non rispondevano alle esigenze naziste della razza. Sono numeri che si stenta a comprendere tanto per il numero quanto per la motivazione e su questo i Nazisti, fini psicologi, hanno sempre contato per operare indisturbati. La mente umana si terrorizza davanti a centomila morti, ma diciassette milioni non  sono numeri facili da smaltire e razionalizzare!
Parliamo di 196.000 ROM, 250.000 disabili, quasi otto milioni di non-ariani, slavi (fra cui tre milioni di prigionieri russi), un milione  e mezzo di dissidenti politici (fra cui 30.000 italiani), 50.000 Militari italiani internati. Ed infine oltre sei milioni di Ebrei.
I film come Schindler’s List e libri sulla Shoah ci raccontano di come non ci si limitasse a gassare a morte gli Ebrei, ma ogni passo, ogni momento della vita del Campo di sterminio fosse delegato a terminare la vita di qualche deportato senza soluzione di continuità.Una macchina pressochè perfetta, talmente ben oliata e effettiva da risultare di difficile accettazione ad una mentalità come quella post 1945 che non era rifornita da Media, televisioni, telefonini e simili gadget, ma basava il proprio know-how sui cinegiornali, spesso di regime, e sulla carta stampata anch’essa di regime.
La macchina dello sterminio da quando fu fatta partire non si inceppò mai. Gennaio del 1941: la Conferenza di Wannsee gestita da Heydrych e Eichman (cfr. il film Conspirancy) aveva dato il via alla soluzione finale di eliminare undici milioni di ebrei europei (UNDICI!!) e nel frattempo erano stati provati diversi modi di uccisione. Alcuni frustrati da inconvenienti tecnici. Un esperimento, condotto in presenza di Himmler aveva dimostrato come inefficiente l’uso dei gas di scappamento dei motori montati sui sottomarini. Ma alla fine il sistema del Zyclon-B fu il meno disastroso e la sequenza  trenicondeportati-cameraagas&Zyclon-forno risultò la più efficiente. Nel 1943 già esistevano progetti per l’annientamento degli zingari europei, dei polacchi, dei russi e così via. No! I Nazi non avevano tempo da perdere.
La macchina del genocidio doveva marciare a dovere e nessuna parte di questa, fosse meccanica o umana, guastarsi.
Quindi necessitava di tecnici che riparassero i forni quando si rompevano ed esecutori talmente incalliti da essere abituati ad eliminare esseri umani senza esitazione.
 Schloss Harteim in Austria nei pressi di Linz fu una delle Università del genocidio. Là i Nazisti crearono la loro élite di assassini professionisti.
Organizzata come una scuola di medicina dove non si salvavano vite però, garantiva addestramento a distruggerle con la maggiore efficienza possibile.
La morte delle vittime veniva studiata analizzata clinicamente, fotografata minuziosamente e alla fine perfezionata. In alcuni campi come Treblinka fotografi specializzati delle SS-Totenkopfverbände ritraevano ogni istante delle vittime mentre venivano uccise e spedivano le foto ad Harteim perché fossero studiate.
Nello stesso castello furono sperimentate le diverse qualità di gas per trovare la più efficiente a uccidere masse di esseri umani. I dottori esaminavano attraverso uno spioncino, cronometri alla mano,  i pazienti che morivano e ne registravano le agonie al decimo di secondo. Le riprese cinematografiche venivano analizzate al rallentatore. Nulla lasciato al caso.
Gli studenti, inizialmente assistevano, poi eseguivano personalmente. Le stesse camere a gas venivano testate insieme ai forni in maniera che lavorassero con il minimo impaccio possibile. Se in un campo un forno o una camera si guastavano da Harteim partivano i tecnici per ripararli. Nulla doveva ritardare la macchina della soluzione finale.
La intera struttura, il programma di studi, i sistemi meccanici e medici, la preparazione di tutti dalle SS nei campi ai tecnici erano coperti dal massimo segreto sotto il controllo di un Gau-Inspekteur un alto funzionario delle SS (probabilmente della SD, la polizia segreta della Gestapo) personalmente e direttamente responsabile verso la Cancelleria del Reich.
Nessuno forse riuscirà a scoprire quante persone abbiano perso la vita ad Harteim per “insegnare” ad uccidere senza batter ciglio.
 Nel 1947 al processo del campo di Dachau dei testimoni dichiararono che nei sotterranei dello Schloss venivano “sacrificate all’apprendimento ”non meno di quaranta cavie umane al giorno, scelte spesso fra Testimoni di Geova, pazzi e omosessuali. Quindi oltre trentamila in tre anni. Quando nella vicina Mauthausen erano oberati, molte vittime venivano mandate ad Harteim anche per testare le strutture in caso di stress.
Gli allievi venivano sollecitati a essere indifferenti a quel che succedeva, a vedere uccidere ed uccidere con indifferenza ed efficienza. Chi non ce la faceva veniva mandato al fronte dove il suo comandante delle Waffen SS lo assegnava ad una Himmelfahrtskommando, una squadra suicida.
Anche la raccolta dei beni che i gassati riuscivano a nascondere era stata organizzata allo Schloss Harteim. Spesso coloro che venivano destinati alle camere a gas inconsci di dove andassero ingoiavano pietre, anelli, collane nella speranza di recuperarli in seguito. Un Sonderkommando di  esperti in gioielli aspettava che fossero tutti morti.
 Erano i primi a aprire la porte stagne una volta che il Zyclon B era stato risucchiato. Con dei ferri a forma di gancio afferravano i corpi incastrati fra loro e li tiravano via fra il fetore degli escrementi, del vomito e il sentore acre che una paura sconfinata ti fa uscire dai pori della pelle. Apparentemente indifferenti agli odori nauseabondi (ma come potevi capirlo visto che portavano mascherine chirurgiche spesse?),  evisceravano gli addomi estraendone collane, anelli sacchetti in cuoio semi consumati con pietre preziose dentro che buttavano nelle borse che portavano appese al collo sopra i grembiuli da macello in spessa gomma. Loro erano i primi poi arrivavano quelli che con pinze da dentista asportavano i denti d’oro e trascinavano i poveri corpi verso i carrelli per i forni sempre sotto l’attenta guardia delle SS. Venivano sostituiti spesso perché spesso non resistevano allo stress dell’orrore a cui assistevano e di cui erano parte. Senza preavviso le guardie SS li gettavano nelle camere appena prima di gettarvi lo Zyclon B. 
I gioielli venivano poi lavati, valutati, le pietre spesso smontate dalle montature che venivano fuse per essere usate nell’industria.
A quel punto l’efficienza di Harteim entrava in azione.
Un SS- Obersturmführer (Tenente delle SS)  a nome Bruno Bruckner per l’intero periodo bellico fungeva da corriere fra i campi e lo Schloss e Berlino per raggruppare gioielli e oro da consegnare poi dove il Gau-Inspekteur decidesse.
 La intera organizzazione nazista destinata a fare dell’Europa in mano alla Germania un luogo abitato solo “dalla pura razza ariana” era una macchina di un’efficienza mostruosa che era dettagliata ed efficiente in ogni sua parte. 
A voler essere cinici e pragmatici (e mi si scusi per esserlo, ma analisi storica è anche pragmatismo e cinismo) operò perfettamente per la realizzazione del progetto per cui era stata studiata ed attivata. Se non raggiunse gli obiettivi prefissi fu perché “soluzione finale” era inserita in un contesto di una guerra totale scatenata dalla Germania secondo modi e azioni che non le potevano assolutamente permettere di vincere. 
Addirittura  chi la programmò, preparò e gestì aveva messo in conto il fallimento ed attivato il piano “B”: ODESSA [Organisation Der SS-Angehörigen, Organizzazione dei Membri delle SS], il sistema, perfetto, con cui far espatriare dall’Europa i membri delle SS facendoli riparare in Sud America, passando per una sequenza di case sicure, seminari tedeschi e conventi germanici.
Chi programmò la macchina della Soluzione Finale? Chi ne organizzò ogni singola azione? Chi fece muovere i convogli di deportati che dai punti più estremi del Reich portavano ai campi di sterminio milioni di poveri deportati? Chi ideò ODESSA sistema di fuga indissolubilmente legata alla Soluzione Finale?
 Una buona parte di responsabilità va a Himmler e a Heydrych che ne indicheranno le linee guida ed il finale del progetto. Ma chi oliò la macchina, la perfezionò rendendola attiva e viva a mio giudizio è stato l’SS-Obersturmbannführer   responsabile di una sezione del RSHA [Ufficio Centrale per La Sicurezza del Reich]; esperto di questioni ebraiche, Adolf Eichmann quello che Wiesenthal nel suo libro “Gli assassini sono fra noi” definì “dieses elende schwein Eichmann, der die Juden kommandierte” [quello spaventoso porco di Eichmann che comandava gli Ebrei]. L’unico pezzo grosso delle SS che gli Israeliani rapirono, portarono in Israele giudicarono e impiccarono. A ragion veduta dico io.
Ho scoperto il massacro degli Ebrei dalle parole di un amico di famiglia. Avevo 14 anni ed ero molto curioso di storia già da allora. Era ovvio che con  la mia passione per la storia incappassi in quella che oggi amano chiamare “Shoah”. Non mi si fraintenda se si percepisce una certa amarezza.  Mi girano regolarmente le palle quando il sistema radical-chic sinistrorso si appropria di eventi e fatti che non solo non gli competono, ma nello sforzo di accaparrarselo lo travisano.
La Shoah è stata una tragedia senza paragoni nonostante i precedenti storici dell’est Europeo siano un susseguirsi di pogrom [parola di etimologia polacca] e persecuzioni avverse ai figli di Israele, non per quel che è successo, ma per il come sia successo.
 Un’epoca di tregenda quella alimentata dal nazismo anche per il contorno di perseguitati e massacrati insieme ai “Juden”: zingari, polacchi, militari russi catturati, preti cattolici, disabili, malati di mente, Testimoni di Geova, Omosessuali e oppositori del regime hitleriano. Massacro compiuto con un’efficienza ancor più mostruosa perché spietatamente organizzata. 
Il solo pensarci a volte mi basta per provare un senso di spaurimento. Erano esseri come noi, respiravano Parlavano, respiravano e pisciavano come noi, ma NON ragionavano come noi. E hanno organizzato scientemente e volutamente un massacro costruito in catena di montaggio, come un’automobile, roba da sentire la pelle arricciarsi i capelli drizzarsi in capo e un’enorme tristezza pervaderti il corpo.  
 «Il tribunale di JHWH siede in permanenza,
quaggiù in terra e lassù in cielo»
1492 Cherem (anatema) dei rabbini Ebrei contro Isabella d’Aragona che con l’edito di Grenada sancì l’espulsione degli Ebrei dal la Spagna


A. Ciappa


Fonti di informazione e ispirazione

Lunghi colloqui da ragazzo con Johannes Ulmann (Mr. Ulmann) amico della mia famiglia il cui padre Viktor (1898-1944) famoso compositore, morì gassato a Auschwitz-Birkenau – Primo Levi, Se questo è un uomo - Wikipedia, Lucy S. Dawidowicz, The War Against the Jews, 1938-1945 -Benbassa, Esther e Rodrigue, Aaron, Storia degli ebrei sefarditi. Da Toledo a Salonicco – Simon Wiesenthal Gli assassini sono fra noi - Bettina Stangneth, La verità del male. Eichmann prima di Gerusalemme - Alessandra Chiappano, I lager nazisti : guida storico-didattica – Holocaust Encyclopedia by Unted states Holocaust Memorial Museum

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